Una ricerca rileva: più di 1 intervistato su 3 non sa come comportarsi di fronte a una persona con disabilità

La rilevazione si basa su un campione esiguo, tuttavia i risultati di questa indagine sulla percezione della disabilità e di chi si trova in questa condizione, fanno riflettereNonostante la disabilità sia una condizione presente in oltre 3milioni di persone, nel nostro Paese molti italiani hanno ancora difficoltà a rapportarsi con una persona disabile. A registrarlo è una indagine condotta da SWG per Sanofi in occasione della prossima Giornata internazionale delle persone con disabilità, dal titolo: “GLI ITALIANI E LA DISABILITÀ: VISSUTI, PERCEZIONI E PROPENSIONE ALL’INCLUSIONE”.LA RICERCALa ricerca sulla percezione della disabilità voluta da Sanofi è stata condotta da SWG su un campione di mille italiani, nell’ambito di Make to Care, il contest che da otto anni intercetta proposte non convenzionali e coraggiose, frutto dell’inventiva e dell’intraprendenza di studenti, designer e start up, dei pazienti stessi o dei loro caregiver o familiari, che si propongono di cambiare concretamente le prospettive quotidiane di chi vive la disabilità sulla propria pelle.DISAGIO E IMPACCIO PER IL 50% DEGLI NTERVISTATIAndando ai numeri, dicevamo: nonostante 4 italiani su 5 abbiano esperienza diretta o indiretta con la disabilità, e nonostante 1 intervistato su 5 abbia un familiare con disabilità, la ricerca registra che c’è ancora disagio e impaccio di fronte a chi vive questa condizione: e non poco, ma in circa il 50% dei casi.Se da un lato non ci si sa come rapportare, è però opinione comune che conoscere la disabilità da vicino, anche solo temporaneamente, ci rende più ricettivi e sensibili al tema: lo pensano 2 italiani su 3.Più di 1 italiano su 3 (quasi 1 su 2 quando si parla di disabilità psichica o cognitiva) ha dichiarato di non sapere come reagire e comportarsi di fronte a una persona con disabilità.

LA PERCEZIONE (DISTORTA) DI SVANTAGGIOLa scarsa conoscenza della disabilità, rileva sempre la ricerca, contribuisce a considerare le persone disabili come svantaggiate sotti vari aspetti (a livello educativo, formativo e professionale), a differenza invece della percezione di sé e della propria condizione da parte delle persone con disabilità che, al contrario, si percepiscono integrate e con buone prospettive di inclusione sotto molti aspetti.Su una cosa però l’opinione è unanime: una risposta alle sfide della disabilità sta nell’avanzamento tecnologico e nell’innovazione.IL PUNTO DIVISTA DELLE PERSONE CON DISABILITÀLa ricerca ha voluto approfondire l’approccio alla disabilità sotto più punti di vista – chi la vive sulla propria pelle, chi la sperimenta in quanto famigliare o caregiver e chi l’ha vissuta solo temporaneamente (ad esempio, come effetto collaterale del Covid), restituendo un quadro molto sfaccettato e complesso. Rispetto alle opportunità di inclusione, ad esempio, le persone con disabilità da un lato si considerano più spesso incluse di quanto siano riconosciuti dal totale del campione, dall’altro, vedono più spesso la loro condizione in peggioramento rispetto a 10 anni fa.

TECNOLOGIA VOLANO POSITIVORispetto alle opportunità offerte dalla tecnologia, i partecipanti sono concordi nel ritenerle fondamentali, reputandone però l’impatto più marginale rispetto alle disabilità psichiche e cognitive. Il 50% dell’intero campione rimane concorde però sul fatto che è proprio sugli strumenti tecnici e tecnologici che dovrebbero concentrarsi le priorità della politica e gli incentivi a disposizione.Le innovazioni più utili, che secondo gli italiani influiscono maggiormente nell’aumento dell’inclusione nella società delle persone con disabilità, sono gli strumenti che permettono di:- comunicare e udire a chi non può farlo (89%),- muoversi in autonomia (88%)e le tecnologie che consentono di essere in contatto con amici e parenti (90%).

Fonte: www.disabili.com